
PASSO 2
CALIBRARE LE ORECCHIE CON UN “ROUGH MIX”
Dopo tutto questo ascoltare e familiarizzare con la canzone, dovreste cominciare ad avere un’idea di dove mettere i fader per ottenere un discreto mix provvisorio (rough mix).
Sistemate quindi i fader in modo che tutto suo- ni “circa” bene e spostate il pan degli strumenti in posizioni non definitive, ma accettabili (li si- stemeremo poi con precisione).
Aggiungete quindi a ogni suono varie quantità di riverbero, corto o lungo, ove appropriato. Un riverbero corto nel mix porta un suono “in- dietro”. Un riverbero lungo fa “galleggiare” un
suono. Non perdete troppo tempo con questi settaggi.
Ora è giunto il momento di farsi una tazza di caffè e di riposarsi per qualche minuto (sempre che vi vada, o magari preferite un the?)
Ora tirate fuori la vostra collezione di CD e a- scoltate qualcuno dei vostri dischi preferiti, quelli che pensate suonino meglio. Ascoltate qualcosa che possa suonare simile a quello che pensate di ottenere, ma anche qualcosa di deci- samente diverso. È meglio non fare questa ope- razione se qualcuno della band fosse presente. Tendenzialmente tendono ad offendersi… di- rebbero: “Perché ci paragoni a quel gruppo schi- foso?”
Anche se diceste che state solamente “tarando le orecchie”, sarebbero comunque preoccupati e penserebbero o che siate alla ricerca di un sound analogo all’altro gruppo, o, semplicemen- te, che siete impazziti.
Nulla di più falso. State semplicemente usando altri dischi per “piantare i paletti”, cioè per po- ter dire: “Ok, ecco dove siamo, sulla cartina”. Oppure: “Ecco come siamo messi rispetto agli altri”. Questo non significa che state cercando di copiare i dischi che state ascoltando. Al con- trario, dovreste provare a tenervi molto lontani!
State solo tarando le orecchie e vi state renden- do conto di come suonano le casse in quel de- terminato studio, nel vostro particolare stato mentale, nel vostro attuale stato di salute.
Sono veramente serio su questo, davvero! Il modo con cui percepite il suono dipende molto dalle vostre condizioni mentali e fisiche. Qual- che volta, anche se le orecchie sembrano a po- sto, il cervello sembra non riuscire a unire i suoni, o a separarli bene come in altre occasio- ni. Dovete prestare attenzione al vostro ascolto di oggi, soggettivo, e l’ascoltare dischi ben co- nosciuti vi aiuta a capire dove siete. Non devo- no per forza essere dischi di altri, i vostri prece- denti mix possono benissimo servire allo scopo.
Una volta tarate le orecchie, spegnete il CD e ascoltate ancora una volta le tracce che state per missare.
Alla fine dell’ascolto potresti sentirvi o davvero eccitati o estremamente depressi…
Vi sentirete eccitati se verrà fuori la “potenziali- tà” del mix. Vi sentirete depressi se la canzone suonerà in maniera penosa e capirete che c’è un SACCO di lavoro da fare per portarla a un li- vello di qualità accettabile…
PASSO 3
INIZIARE IL VERO MIX
Ora cominciamo la vera procedura di missag- gio. Alcuni saranno entusiasticamente saltati dritti qui, ritenendo che questo sia il vero punto di partenza. Se è così, probabilmente si trove- ranno in grossi guai….
Perché? ecco alcuni motivi (e ce ne sono altri).
- a) Sesaltatedirettamentequisenzafarealcuna familiarizzazione con il brano, potreste met- terci un paio d’ore per ottenere il suono di batteria più potente del mondo, per poi ac- corgervi che, aggiungendo gli altri strumen- ti, il genere della canzone potrebbe essere, per esempio, una ballata “soft”, anziché “hard”. Quindi, anche se riuscite a tirare fuori il miglior suono da ogni altro elemen- to, il risultato sarà semplicemente sbagliato.
- b) Allo stesso modo, potete missare quasi tut- to il pezzo, ma, una volta aggiunta la voce e ascoltato il testo, scoprite di aver trattato la canzone in modo completamente sbagliato rispetto allo spirito del cantato.
- c) Ancora peggio, potete arrivare all’80 o 90% del mix già perfettamente rifinito, con pochi strumenti rimasti da fare (magari solo la vo- ce) e accorgervi che non c’è alcun modo per adattare il resto degli strumenti con il sound di quanto creato finora. È davvero molto doloroso e scomodo: dovete decidere se “forzare” gli elementi restanti, stirandoli in ogni modo per farli entrare nel mix (e sen- tendovi in colpa per sempre), oppure butta- re via le ultime ore di lavoro e ricominciare da capo.
Nel caso foste sorpresi di questo, in passato ho commesso tutti e tre gli errori, con risultati di- sastrosi…
A questo punto conoscete la canzone, sapete in che direzione deve andare, ma come fate a por- tarcela? È relativamente semplice da spiegare.
Semplicemente si lavora a modo proprio su o- gni strumento del mix, rifinendo continuamente e con cura il suo suono, verificandolo nel con- testo del mix. Normalmente, dovreste tornare su ogni strumento almeno due o tre volte (e spesso anche di più), mentre il mix prende for- ma.
Una volta terminato, ogni cosa dovrebbe suo- nare come parte dello “stesso” brano. È più dif- ficile a farsi che a dirsi, purtroppo. Di solito ci sono sempre almeno un paio di cose che non riescono a “stare” col resto del mix.
Che ordine seguire?
Decidere spetta a voi, ma dal momento che basso e batteria sono di solito la struttura por- tante di ogni canzone, con la voce messa sopra ogni altro elemento, ha senso costruire il mix in termini di “strati musicali” della canzone. Quando si lavora su ogni suono, si tende ad a- scoltarlo isolato, e “confermare” quindi le mo- difiche ascoltando quella traccia nel contesto del mix svolto finora. L’ordine è pressappoco questo:
- Batteria
- Basso
- Accompagnamento principale (tastiereo chitarre ritmiche)
- Altre parti lead (chitarre o altre tastiere)
- Partiincidentali(sezionefiati-effetti)
- Percussioni
- Voce
- Cori
Come ho detto, potreste per un po’ girare in- torno a questo ordine, ma poi dovrete:
a) programmare ogni “mute” delle suddette tracce
b) comprimere eventualmente tutto il mix (…attenti, però!)
c) regolarefinementeognilivello
d) missare tutto in stereo
e) andare a dormire lasciando tutto così come è
f) controllare tutto la mattina successiva.
A volte potreste volere equalizzare l’intero mix, ma dovete fare molta attenzione nel farlo mentre missate.
Non è una buona idea. Potete sempre equalizzare il mix un altro giorno, una volta che l’avete “digerito” da un po’. Se lo rovinate, avete sempre l’originale.
Se sbagliate l’equalizzazione sul mix stereo mentre fate il missaggio potrebbe essere difficile aggiustarla in seguito. Questo tipo di cose è meglio lasciarle ad uno studio di mastering, ma non c’è niente di male ad aggiungere una legge- ra compressione (state davvero attenti) mentre fate passare il mix. Una leggera compressione modifica leggermente il bilanciamento del mix, così molti preferiscono farlo appena prima degli ultimi aggiustamenti, “chirurgici”, dei fader.
Adesso vediamo in dettaglio l’intero processo.